6 step per imparare QUALSIASI COSA
Un metodo di studio, un sistema di apprendimento che sia davvero efficace ed efficiente è un’architettura complessa, composta di molte metodologie e adattata nello specifico a ciò che si sta imparando e alle preferenze dello studente stesso.
Esistono però dei principi, delle strutture di base, degli elementi fondamentali che garantiscono che un metodo possa portare con certezza all’obiettivo.
Ho riunito questi principi in sei passaggi, sei step che riassumono il percorso di apprendimento ideale. In questo video li scopriamo insieme.
Ognuno dei sei step di cui parliamo oggi è una tappa nel percorso di studio, una tappa che, come vedremo, è necessaria e obbligatoria, a prescindere dallo specifico metodo di studio che sceglierai di applicare.
Ognuna di queste tappe sarà poi declinata in modo diverso a seconda di ciò che stiamo imparando e verrà concretizzata in metodologie differenti.
Ho preso la prima lettera di ciascuno step e formato un acronimo: PACRAR. Pianificazione, Acquisizione, Comprensione, Rielaborazione, Applicazione, Ricordo.
Vediamoli uno alla volta.
PIANIFICAZIONE
Il primo step, la fase di pianificazione, potrebbe sembrare un pochino forzato, perché di fatto non stiamo ancora studiando né imparando alcunché… eppure, io lo ritengo parte integrante del processo di studio, tanto quanto studiare le carte e tracciare la rotta è un momento fondamentale della navigazione.
La pianificazione precede lo studio, ma ne garantisce il successo. Comprende tutta la gestione del tempo, dei cicli di studio e pause, la stesura di un vero e proprio piano di apprendimento, l’organizzazione delle giornate (e io qui consiglio sempre la tecnica del Masterplan), l’analisi dei materiali e delle fonti, la preparazione degli strumenti che userete.
Abramo Lincoln disse: "se mi date 6 ore per tagliare un albero, ne passerò 4 ad affilare la mia ascia".
Che succede se saltiamo la pianificazione? Bè, semplicemente ci ritroviamo a studiare alla cieca, a caso, e finiamo per cadere vittima del cramming, della procrastinazione o degli imprevisti. Non è il caso.
ACQUISIZIONE
Qui comincia l’apprendimento vero e proprio. La fase di acquisizione è il momento in cui affrontiamo per la prima volta le informazioni che dobbiamo assorbire e fare nostre. Il primo impatto con la materia.
Le modalità di acquisizione delle informazioni sono fondamentalmente due: la lettura e l’ascolto. Ce ne sarebbe anche una terza: l’osservazione diretta, ma è rilevante solo nel caso dell’apprendimento di movimenti fisici come una tecnica di arti marziali o un movimento di giocoleria, magari ne riparliamo.
Per quanto riguarda la lettura efficace se mi seguite sapete che cosa funziona e cosa no, e se ancora non lo avete fatto scaricate il mio manuale, Leggere per Sapere, che è gratuito: non avete scuse.
Per l’ascolto invece la differenza vera la fa la capacità di gestire l’attenzione e di produrre appunti ordinati ed esaustivi.
L’acquisizione proprio non si può saltare, altrimenti, per definizione… lo studio non inizia nemmeno.
COMPRENSIONE
La fase di comprensione si spiega da sé: nessuno di noi (spero) vuole trasformarsi in un odioso pappagallo.
Oltretutto se si rimane superficiali e non si scende in profondità con la comprensione tutte le altre fasi dello studio saranno più difficoltose, più lente e più instabili. Una comprensione profonda assicura solide radici al tuo apprendimento.
Di solito la fase di comprensione si accompagna a quella di acquisizione e si portano avanti insieme. Io le distinguo nel mio PACRAR solo a scopi didattici, ma in realtà mentre si legge, si ascolta e si osserva si devono già mettere in moto le giuste strategie di comprensione.
Che succede se saltiamo la comprensione? Facciamo la figura dei fessi, ecco cosa, e rendiamo inutilmente faticoso tutto il resto del processo, oltre a rendere molto più probabile il fallimento.
RIELABORAZIONE
Questa è la fase che preferisco, e quella che troppi studenti tendono a ignorare: è il momento in cui trasformiamo le informazioni e le rendiamo davvero nostre, producendo qualcosa di nuovo, inserendo l’elemento creativo, prendendo delle decisioni.
Lo strumento preferenziale della rielaborazione è la sintesi, l’atto del condensare le informazioni, scremarne gli elementi fondamentali da quelli accessori o persino superflui, arrivare al cuore del discorso. Sintesi non significa mai superficialità, non si tratta di tagliare, ma di distillare ciò che stiamo studiando.
Nel concreto questo principio si trasforma nella stesura di uno schema personale, con elementi grafici, colori e una riorganizzazione del materiale studiato. Tipi diversi di argomento saranno rappresentati meglio da tipi diversi di schemi, come abbiamo detto molte volte: schemi lineari, a flusso, a cascata, mappe mentali, mappe concettuali, tabelle, linee del tempo ecc ecc.
Lo schema è senza dubbio il più diffuso e comodo sistema di rielaborazione nello studio, ma non è l’unico: anche la spiegazione, il mettersi nei panni di un insegnante, con metodi come la famosa Tecnica di Feynman funziona molto bene, sfruttando metafore, collegamenti, esempi.
La fase di rielaborazione ha una doppia funzione di facilitatore del resto del metodo e di ulteriore approfondimento e consolidamento della comprensione. Saltarla è forse meno grave che saltare le altre fasi, ma ci preclude di raggiungere la vera eccellenza di apprendimento.
APPLICAZIONE
La fase di applicazione è quella dove la preparazione fa il salto di qualità finale, quella più importante per lo studente che prepara un esame. Mettiamo alla prova tutto il percorso fatto finora, ci testiamo, facciamo esercizio, simuliamo l’esame, costruiamo quiz di domande e risposte, flashcrads e forgiamo lo studio, rendendolo davvero inattaccabile.
Nelle materie o nei contesti pratici l’applicazione viene spontanea, pensiamo allo sport o agli esercizi di matematica, ma anche nelle materie più concettuali è un momento indispensabile.
Senza rimaniamo dei teorici, non sviluppiamo mai competenze specifiche.
RICORDO
Infine, il ricordo, l’ultima fase, quella in cui ci assicuriamo che tutto il lavoro fatto finora non vada sprecato.
Due sono le cose da fare a questo punto: ripassare in modo intelligente per mantenere le informazioni fresche nella mente e memorizzare i dettagli tecnici.
Strumenti preferenziali per fare questo le ripetizioni programmate e le mnemotecniche (come ad esempio il Palazzo della memoria), che combinate insieme ci assicurano di non perdere quello che abbiamo incamerato.
Senza l’ultima fase si finisce per perdere tutto il lavoro fatto o si resta preparati solo in generale, senza mai entrare nello specifico.
Ed eccole qua, le sei fasi del nostro pacrar, l’ossatura del processo di apprendimento. Sembrano tante, possono apparire macchinose, ma posso assicurarti che non è così, tutt'altro: sono la strada più diretta e rapida per arrivare a una vera conoscenza. Non ti resta che provarle!
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