I JEDI sono una SETTA? (Come riconoscere la MANIPOLAZIONE MENTALE)
I Jedi sono una setta.
Quale modo migliore di iniziare questo articolo che assassinare le figure più amate e iconiche della saga che, più di ogni altra, ha plasmato l’immaginario pop collettivo?
Il fatto è questo: ogni volta che si parla di manipolazione, di “lavaggio del cervello”, di plagio, di sette, culti, gruppi si crea controversia.
È inevitabile, perché è un tema sgradevole, che ci tocca da vicino, che mette a nudo debolezze che vorremmo dimenticare o ignorare.
Ci mette a disagio affrontare la realtà che ognuno di noi, sì, anche tu che leggi questo articolo in questo momento, anche io che lo sto scrivendo, anche un giovane cadetto dell’accademia Jedi, siamo manipolabili e siamo manipolati. Sempre.
Succede di continuo, in ogni momento e, nei casi più estremi, la manipolazione prende la forma di strutture, organizzazioni, gruppi appunto votati a un unico scopo: quello di cambiare chi sei, come ti comporti, cosa pensi e quale credi che sia il senso della tua vita.
Le sette fanno paura, si nascondono alla luce del sole ed è difficile riconoscerle…
E se ti dicessi allora che proprio i Jedi, i difensori della Galassia lontana lontana, i paladini del bene delle Guerre Stellari, con le loro lame di luce scintillanti, le loro belle parole e la Forza a guidare le loro azioni, nascondono una verità più oscura e inquietante?
In questo articolo ti insegnerò a riconoscere una setta e scopriremo finalmente la verità… sui Jedi.
Attraverseremo insieme nove punti, nove caratteristiche tipiche di una setta e verificheremo se sono applicabili a Yoda e compagni.
Queste caratteristiche sono un collage del lavoro di tre studiosi: la dottoressa Janja Lalich, sociologa specializzata in culti distruttivi, il dottor Michael Langone, psicologo e psicoterapeuta, direttore dell’Associazione internazionale per lo studio sui Culti e il dottor Robert Jay Lifton, psichiatra che ha dedicato la sua carriera a studiare gli effetti psicologici della violenza e delle tecniche di riforma del pensiero.
Troverai ovviamente un bel po’ di bibliografia a fine articolo per approfondire, se ti interessa.
CONTROLLO
La prima caratteristica che distingue una setta da qualsiasi altro gruppo è l’assenza di libertà, l’ossessione per il controllo maniacale di atteggiamenti, parole, pensieri, emozioni, istinti dei propri adepti.
In una setta non puoi, semplicemente, comportarti in modo spontaneo, esiste un codice che detta quali siano le azioni permesse e incoraggiate e quali invece siano proibite… ti ricorda qualcosa?
Ancora di più, non è solo ciò che dici e che fai a venire controllato, è anche quello che pensi e che provi. Cosa temono di più i Jedi? Temono le emozioni, quelle più forti e potenti: l’amore, la paura, la rabbia.
I giovani cadetti vengono indottrinati a reprimere queste emozioni, dominarle e sopprimerle persino.
Non basta: in una setta viene spesso richiesto uno standard di purezza e perfezione di fatto irraggiungibile, un percorso di “miglioramento” personale infinito, e chi non riesce a raggiungere tale standard (cioè quasi tutti), viene fatto sentire a disagio, in colpa, umiliato persino.
LEADERSHIP
Le sette hanno quasi sempre un capo carismatico, forte, che esercita un’influenza irresistibile su tutti i sottoposti.
In genere tutti i culti distruttivi nascono da una personalità magnetica, un guru con tendenze narcisistiche, magari condite da un po’ di sociopatia che non fa mai male. Spesso questi personaggi sanno parlare bene e sfruttano il proprio carisma per creare ammirazione, rispetto, ma anche per incutere paura e rendere le proprie parole indiscutibili.
E qui, sembrerebbe proprio che i maestri Jedi se la cavino, non è vero? In fondo non c’è un unico capo che decide le sorti del gruppo e anzi, sembrano prendere le decisioni di comune accordo, democraticamente persino.
Fantastico, quindi ai Jedi manca una delle caratteristiche fondamentali delle sette, sono scagionati… Giusto?
Non così in fretta.
In realtà, è vero che le sette nascono praticamente tutte da un singolo leader carismatico, pensa al reverendo Moon o a Joseph Smith per i Mormoni, Ron Hubbard per Scientology, Charles Russell per i testimoni di Geova, ma questi gruppi nel tempo si evolvono, cambiano e i loro leader, banalmente, a un certo punto muoiono (o si riuniscono alla Forza).
E che succede a quel punto? In alcuni casi subentra un erede del fondatore, come David Miscavige che ha preso il controllo di Scientology alla morte di Hubbard, ma in altri casi, come quello dei Testimoni di Geova ad esempio, si formano dei direttivi, dei gruppi di “saggi illuminati” che prendono il potere insieme, creando un… consiglio. Devo dire altro?
Tra l’altro è interessante come spesso in questa fase post-leader fondatore spesso le sette si radicalizzino sempre di più e diventino sempre più estreme.
In ogni caso, le imposizioni e le decisioni del leader o del gruppo direttivo vengono accettate sempre, in modo acritico, le imposizioni vengono rispettate, per quanto assurde o ingiuste possano apparire.
IDEOLOGIA
E poi deve esserci un’ideologia forte, un principio su cui basare l’intera architettura del gruppo, più o meno complesso, una missione che può essere di natura religiosa, come nella maggior parte dei casi, ma anche etica, psicologica, lavorativa persino!
Pensa ai sempre più diffusi casi di aziende che si trasformano in vere e proprie psicosette e manipolano i propri dipendenti per far accettare loro turni di lavoro massacranti, paghe infime, contratti ingiusti, o anche solo per trasformarli in zombie esaltati e ossessionati dal vendere i loro prodotti a parenti e amici, una pratica comunissima nel mondo del network marketing per esempio, ma non solo.
E i Jedi? Bè, la setta Jedi è la più classica delle sette religiose da manuale, con un’idea dominante, quella della Forza, questa energia cosmica che permea ogni essere vivente e che guida il destino dell’universo.
È una verità assoluta, indiscutibile, sacra che investe i nostri monaci spaziali dotati di spada laser di una crociata infinita per riportare la pace e l’ordine nella galassia. Eppure, dicevano: "solo un Sith vive di assoluti".
Ma non è anche questo un assoluto? Come qualunque altro elemento della dottrina Jedi?
Un altro elemento ideologico fondamentale è il rifiuto del dissenso, del dubbio e del pensiero critico. Si deve accettare, abbassare la testa, fidarsi, mai discutere e fare di testa propria.
La dottrina di una setta nel tempo diventa articolata, ricca di regole e sottoregole, dettami, consuetudini, codici di condotta che saturano la vita di chi vi partecipa, e vengono esercitate pressione e persuasione per rinforzare queste stesse regole.
L’ultimo elemento ideologico chiave nel lavaggio del cervello settario è quella che in gergo viene definita “manipolazione mistica”, che significa una rilettura e rielaborazione di coincidenze, avvenimenti passati, premonizioni, profezie persino nell’ottica del gruppo, per rendere ancora più legittime le dottrine e gli obiettivi del gruppo stesso.
Come siamo messi a profezie e misticheggiamenti con i Jedi?
Ecco appunto, lo sospettavo.
UNIFORMAZIONE
L’uniformazione è la quarta caratteristica, uno strumento potente per creare coesione in un gruppo, e contribuisce ad elevare il senso di appartenenza a vera e propria ricostruzione identitaria. Non è un caso che eserciti e gruppi religiosi da sempre usino divise e abiti sacri uguali tra loro, può diventare una divisa anche un completo elegante scuro, o una camicia a mezze maniche e un cravattino, o una tunica arancione…
…O una tunica marrone o nera.
Ma l’uniformazione non si ferma all’abbigliamento, va più a fondo, a partire dal luogo in cui si vive, gli adepti spesso vivono in comune, si trasferiscono, lasciano le loro case o i loro pianeti per recarsi a santuari, templi, comuni, ritiri ecc.
Forse la forma più subdola e pericolosa di uniformazione è quella del linguaggio. Pian piano, una parola dopo l’altra, si ridefinisce il significato delle parole, se ne creano di nuove, si costruisce un gergo interno che si fa sempre più tecnico, sempre più criptico, sempre più comprensibile solo ad altri membri della setta, fino ad arrivare al punto che sembra quasi una nuova lingua.
Tutto questo crea l’impressione da un lato di maggiore affinità con gli altri membri, dall’altro del fatto che chi è fuori, chi è lontano, non possa comprenderci davvero.
E infine si uniformano anche i rapporti sociali, sentimentali, familiari persino, che si svolgono sempre all’interno del gruppo, mai al di fuori, mai e poi mai con qualcuno che non condivida la stessa visione del mondo.
Cosa ne pensano di questo gli Jedi? Chiediamolo ai cadetti che vivono tutti insieme nel tempio Jedi, lontani dalle famiglie, vestiti tutti uguali, a passare le loro giornate ad addestrarsi nelle Vie della Forza.
ALLONTANAMENTO
A proposito di questo, la quinta caratteristica di una setta è il progressivo allontanamento dei membri dal mondo esterno.
Si cambia città, si cambiano frequentazioni, si tagliano i rapporti con chi è critico del gruppo, si eliminano i dissidenti e ci si disconnette da chi ha lasciato la setta, si crea il vuoto intorno all’adepto, così che il gruppo sia l’unica punto fermo nella sua vita, l’unica casa.
Ma gli Jedi una cosa del genere sono sicuro che non potrebbero mai farla, non potrebbero mai strappare addirittura dei bambini dalle loro famiglie e portarli via per sempre, impedendo loro di tornare a casa, giusto?
Giusto?
ESPANSIONE
La sesta caratteristica è molto semplice, una setta è sempre in espansione, cerca sempre di crescere e di accumulare ricchezze, denaro, potere, status e, soprattutto, nuovi discepoli.
Sulla parte del denaro i Jedi sembrerebbero poco interessati a prima vista, ma sul potere, i discepoli e lo status, bé, c’è poco da discutere. Di fatto affiancano lo stato stesso, governano il potere militare, esercitano influenza diretta sugli organi democratici, si occupano di negoziati importanti.
Si infiltrano ad ogni livello, e reclutano sempre nuovi bambini sensibili alla Forza per ingrossare le proprie fila.
ALTERAZIONE
Un adepto lucido è un adepto potenzialmente pericoloso: le sette sfruttano moltissime pratiche di alterazione mentale, discipline anche positive prese singolarmente ma pericolose se abusate, come la meditazione, rituali e preghiere, mantra, visualizzazioni, canti e balli, deprivazione del sonno, diete estreme, droghe, esercizio fisico estremo...
Ma sono tecniche di alterazione efficaci anche l’isolamento sensoriale e psicologico, l’insistenza sulla confessione e molte altre ancora.
L’insistenza sul concetto di colpa e redenzione, il love bombing, che è la pratica di riempire di affetto l’adepto per renderlo dipendente a livello emotivo ecc. ecc.
ELITARISMO
Ottava caratteristica delle sette è il senso di superiorità di chi vi aderisce, il concetto di “noi contro di loro” per cui tutti coloro i quali oppongono gli scopi della setta sono nemici da eliminare
Così come anche l’arroganza di credere che i propri fini, nobili e positivi, ovviamente, giustifichino qualunque mezzo, tra cui l’inganno, o l’approfittarsi di menti più deboli
Spesso le sette si sentono superiori alle autorità, più importanti, intoccabili.
DEDIZIONE
E poi alla fine la dedizione totale, il riversare una quantità infinita di impegno, di tempo e di risorse personali nel gruppo. Si può entrare in una setta come hobby part time, all’inizio, ma se ci si rimane dentro diventa sempre più totalizzante e comincia ad assorbire tutta la nostra vita.
E anche qui i Jedi si distinguono, la loro setta è un impegno da cui non si può prendere pausa, non esistono vacanze dall’addestramento
***
Che dire quindi? Nove su nove… a che conclusione dovremmo giungere?
Non è che forse è anche un po’ colpa della struttura settaria dei Jedi se quel poveraccio di Anakin è sbottato e ha ucciso tutti?
E non è forse stata la loro arroganza ad aver portato all’ascesa di gente ben più malvagia di loro? Non era meglio essere un pelo più morbidi e aperti di mentalità?
Questa risposta la lascio a voi.
COME SI ENTRA IN UNA SETTA
In ogni caso, nel mondo reale non si finisce quasi mai in una setta dal giorno alla notte, è un percorso di plagio graduale, lento, progressivo, subdolo, i dettami più assurdi si scoprono solo quando si è già dentro fino al collo e si è persa la propria capacità critica.
Si approfittano di persone ingenue, in una brutta situazione, fragili, come tutti noi siamo stati almeno una volta nella vita, questi gruppi fanno leva sulle nostre ambizioni, paure, necessità, debolezze e un passo dopo l’altro provano a rubarci la vita.
L’unico antidoto è allenare il proprio spirito critico e costruire un arsenale di strumenti che ci permettano di accorgerci di questa manipolazione in atto.
Quando sei in dubbio, controlla i 9 punti di cui ti ho parlato oggi… Più un gruppo che conosci ne rispetta le caratteristiche e più, francamente, dovresti starne alla larga.
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