
Come PRENDERE APPUNTI… sul serio!
Siete a lezione, all’università o a scuola o a un corso di formazione, l’insegnante comincia a parlare e… noia, sonnolenza, frustrazione, stufaggine totale.
L’insegnante, la professoressa, il professore, il relatore o chicchessia, non è coinvolgente, è monotono e disorganizzato, l’argomento non vi prende e voi lentamente cominciate a perdere la vostra attenzione. Il telefono nella vostra tasca si fa sempre più difficile da ignorare, il tipo o la tipa attraente dall’altra parte dell’aula sempre più difficile da non guardare, il vostro compagno sempre più difficile da non coinvolgere in una chiacchiera, la vostra immaginazione sempre più difficile da controllare.
Insomma, voi già lo sapete che ascoltare è importante e ve lo hanno detto tutti che prendere appunti è fondamentale, che vi risparmierà tempo di studio a casa e bla bla bla… ma davvero non ce la fate: subite la lezione invece che sfruttarla.
Tutto questo deve finire ora. Gli appunti devono tornare ad essere la vostra arma segreta e con loro l’attenzione in classe.
Oggi vi do 5 consigli per prendere appunti… sul serio!
Prendere appunti correttamente è difficile, molto difficile... così difficile che ritengo sia la singola operazione più complessa a livello tecnico ed esecutivo in tutto il metodo di studio.
Ma perché è difficile? Fondamentalmente per due ragioni:
- Innanzitutto perché mantenere l’attenzione a lungo mentre qualcuno sta spiegando è intrinsecamente difficile per tutti, sempre e comunque. Oltre all’incapacità di coinvolgervi degli insegnanti dobbiamo misurarci proprio con i limiti del nostro cervello, spesso molto diversi dal minutaggio delle lezioni medie.
- Il secondo problema è la tecnica in sé: prendere appunti è un’operazione complicata che richiede attenzione e anche capacità di analisi, sintesi e rielaborazione, e richiede di essere in grado di scremare e organizzare le informazioni in diretta, rapidamente.
Questi due punti rendono l’arte e la tecnica della produzione di appunti la vetta massima di abilità di uno studente.
Ma ne vale la pena, oh se ne vale la pena!
Gli appunti non solo velocizzano (e anche tanto, talvolta dimezzano persino) il tempo di studio a casa, ma regalano informazioni preziose sui professori e sugli esami, aiutano a implementare lo spacing distribuendo meglio il processo di apprendimento, facilitano le altre fasi del metodo di studio creando una nuova fonte di informazioni rapida ed essenziale da consultare… insomma, sono davvero uno strumento prezioso e indispensabile per ogni studente, di qualunque argomento o materia si tratti.
Capito questo, partiamo con i nostri consigli, che qui non abbiamo tempo da perdere!
“CREARE”, NON “PRENDERE”
Partiamo dal linguaggio. Fermiamoci un secondo a riflettere: “prendere appunti”, è questa l’espressione che si usa di solito, quella che ho messo nel titolo dell’articolo per clickbaitarvi, quella che conoscete tutti.
Ma prendere appunti mi fa subito pensare a qualcosa di passivo, a qualcuno che raccoglie qualcosa che qualcun altro ha lasciato cadere, quasi come se voi foste dei topastri pronti a mangiucchiare le briciole di quello che abbandona per terra l’insegnante.
Questo è il modo sbagliato di approcciare la questione. Cambiamo il linguaggio e cambiamo il significato.
Non più prendere appunti ma produrre appunti, creare appunti, costruire appunti. Il focus fondamentale è l’attività, la partecipazione. Lo abbiamo visto anche qualche settimana fa nella reaction che ho fatto a Jordan Peterson che parlava proprio di appunti e lettura, andate a recuperarla sul mio canale YouTube!
Trascrivere quello che dice o che scrive l’insegnante o il relatore è inutile, vi distrae dal comprendere i concetti, e a quel punto è infinitamente meglio ascoltare e basta.
Mai trascrivere, mai sbobinare, mai fare il dettato, mai copiare e basta dalla lavagna! Il processo della creazione di appunti vi deve vedere protagonisti e vi deve costringere all’impegno.
Quindi, per prima cosa, a livello proprio di atteggiamento, ponetevi quasi come aggressivi nei confronti delle informazioni che sentite. Dovete comprenderle a fondo, valutare quelle che sono rilevanti e quelle che invece non vi servono, capire come sintetizzarle e poi sbatterle sul foglio (tra un attimo vediamo come nella pratica).
Fatevi domande, immaginate concretizzazioni di quello che sentite, criticate, metteteci del vostro. Nell’istante in cui uscite dal coinvolgimento e cominciate ad ascoltare passivamente avete già perso… è’ finita.
USARE IL METODO CORNELL
Ok, ne ho parlato tante tante volte qui sul blog e sul mio canale YouTube ma non l’ho mai spiegato per bene. Il metodo Cornell è il più famoso e diffuso metodo di produzione di appunti del mondo, sviluppato alla Cornell University (da lì il nome).
Io ne uso una versione potenziata e ibridata con altri principi nel mio corso completo di metodo di studio, Sistema ADC, dove ho portato questo concetto al massimo livello di efficienza e completezza possibile, ma per fare un salto di qualità potete pure cominciare dalla versione di base.
Ora ve lo spiego per bene in due parole.
Prendete un foglio e lo suddividete in tre aree, oppure trovate qualche layout o template già fatto, ce ne sono duemila online e nelle varie app di note-taking. E poi c’è il mio layout speciale rivoluzionario per i corsisti di Sistema ADC ma vabbè, la smetto di marchettare, vedete voi, il link è qui!
- C’è un’area principale sulla destra che è quella dove scriverete davvero i vostri appunti;
- C’è un’area in basso, in fondo al foglio, in cui alla fine della lezione scriverete un brevissimo sommario, un riassuntino di poche righe degli argomenti che avete trattato;
- C’è poi un’area a sinistra, nella quale andranno inserite annotazioni particolari e domande.
Quello che dovete fare è semplice: create i vostri appunti sulla parte destra (vi do un paio di consigli su questo tra un attimo), nella parte sinistra invece scrivete note rapide, collegamenti che vi vengono in mente e, soprattutto, domande. Vi immaginate di essere degli insegnanti che devono interrogare su quell’argomento e vi segnate le domande che potrebbero venirvi poste.
Se riuscite a farlo in diretta bene, molto bene, altrimenti aspettate la fine della lezione e lo fate dopo. Questo processo faciliterà le fasi successive della lettura efficace e del testing, vi focalizzerà sul tipo di domande che potreste ritrovare all’esame e vi renderà attenti e partecipativi.
In più, come dicevamo prima, a fine lezione scrivete anche un breve sommario nella parte in basso, proprio due righe per richiamare alla mente ciò che avete appena ascoltato, consolidarlo, e al tempo stesso mettere giù un appunto che vi permetterà di recuperare facilmente le informazioni e capire di che lezione si tratta quando di appunti ne avrete un quaderno intero.
Questo è, in poche parole, il metodo Cornell. Funziona alla grande ma necessita di un bel po’ di allenamento. Quindi non vi scoraggiate e continuate a insistere finché non diventerà una seconda natura. Risultati garantiti!
SFRUTTARE LE PAROLE CHIAVE
Oh, il prossimo consiglio si lega direttamente a quello che dicevamo prima sull’evitare dettati, trascrizioni, sbobinature ecc. La verità è che mentre l’insegnante parla voi non ce l’avete il tempo per scrivere tutto e rimanere pure concentrati, quindi per riportare almeno le frasi più importanti siete costretti a spegnere il cervello e concentrarvi sulla scrittura.
Errore clamoroso, fesseria cosmica internazionale!
È qui che intervengono le vostre adorate parole chiave: gli appunti non devono essere un discorso ma un proto-schema, una serie di dettagli tecnici e parole chiave estrapolate dal discorso che state ascoltando. Se scrivete una frase intera state sempre sbagliando, a meno che non si tratti di una citazione di un verso di un poeta o di una definizione da sapere così com’è.
E lo so che le parole chiave sono un campo misterioso ai più, tutti dicono di usarle ma nessuno sa bene cosa siano e come individuarle in modo esatto… sarebbe un problema se solo non avessi scritto un manuale gratuito che vi spiega come trovarle nella lettura: Leggere per sapere, vi lascio il link qui. È gratis, è una bomba, vi risolve i problemi di lettura e vi fa capire anche cosa sia una parola chiave, così che poi voi possiate usarla anche nei vostri appunti in diretta.
In particolare, nel manuale troverete utile per questo gli step 4 e 5 della lettura efficace dove vi spiegherò la puntualizzazione, la ricerca delle parole chiave e la domanda-guida fondamentale, “qual è il contenuto informativo?” che dovrete ripetervi nella testa continuamente mentre ascoltate una lezione e create i vostri appunti.
Le parole chiave e le domande però non bastano…
SFRUTTARE IL DUAL CODING
…eh no, ci vuole pure il dual coding, la doppia codifica, che per farla brevissima è il principio che afferma che quando le informazioni e le conoscenze sono rappresentate non solo in forma verbale ma anche visuale, le ricordiamo e comprendiamo più facilmente.
È uno dei principi alla base della schematizzazione, per intendersi. Ecco, anche negli appunti lo dovete quantomeno abbozzare.
Le parole chiave buttate a caso su un foglio diventano in fretta confuse e disordinate, ma se ci aggiungete frecce, caselle, elenchi puntati, elenchi numerati, parentesi, sottolineature, rientri, pallini e tutto il resto vi aiutate a veicolare sul foglio il contenuto informativo di quello che avete ascoltato.
Quindi non solo scrivete le parole chiave, ma le collegate tra di loro con la grafica, che può essere in questo caso estremamente semplice, non a colori, immediata e minimale. Ci sarà tempo poi per fare schemi veramente pazzeschi… con gli appunti bisogna accontentarsi e non perdere tempo.
ORGANIZZARE GLI STRUMENTI
Il consiglio finale è quello più banale, forse, che non ascolta mai nessuno, e che però fa la differenza. Se siete arrivati fin qui e non avete abbandonato l’articolo come tutta la gentaglia che si legge solo le prime righe, vi faccio i miei complimenti, ora però dovete cominciare a ragionare anche sugli strumenti degli appunti.
Sì perché, come abbiamo visto, creare appunti impeccabili è una tecnica e un’arte complessa, rapida, che vi mette sotto pressione e su cui c’è pochissimo margine di errore. E allora perdere tempo, anche solo dieci secondi, a cercare una penna che scriva bene, a cambiare foglio, a trovare un evidenziatore, a sistemare il banco è qualcosa che non potete permettervi.
Prima della lezione, addirittura quando siete ancora a casa, preparate tutto il necessario. Pochissima roba: una penna per scrivere, una matita, un colore di qualche tipo, il temperino, un righello se serve, una gomma, materiali didattici se sono richiesti, i fogli con il layout Cornell (io vi consiglio di tenerli sfusi, magari poi da mettere in un quaderno ad anelli, e di tenerne pronti almeno una decina per non rischiare). Stop.
Meno roba avete e meglio è, e se qualcosa non è strettamente necessario fatene a meno, non portatevelo, non serve a nulla. Appena arrivate disponete la vostra roba sul banco e via, pronti a partire! Ogni cosa che non ha una diretta funzione per gli appunti vi sta distraendo: rimuovetela senza alcuna pietà.
Lo so che non è facile ma, fidatevi di me, quei secondi di distrazione, di tempo perso, di casino rendono quella che è già una sfida difficile… una missione impossibile!
Bene, ci siamo, sul cosa farsene degli appunti dopo averli creati abbiamo parlato in passato, riparleremo in futuro e, soprattutto, lo scoprirete nel più minimo dettaglio nel mio corso, Sistema ADC. Adesso che siamo a ottobre è proprio il momento giusto per acquistarlo e frequentarlo, che siete ancora lontani dagli esami. Ma se aspettate troppo, poi la sessione invernale vi salta alla gola. Vi ho avvertito.
Ora però voglio sapere i vostri trucchetti e consigli per creare appunti impeccabili, scrivetemeli insieme anche alle vostre principali difficoltà, così vi do una mano ulteriore a risolverle!
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