Richard Dawkins e l'EGOISMO della VITA

La storia l’ho raccontata ormai così tante volte che ha preso una sua vita autonoma e non mi sorprenderei di scoprire che, nel tempo, si è ingigantita nella mia mente. Mai fidarsi troppo dei ricordi...

In ogni caso, la racconterò, in breve, un’altra volta ancora: erano tempi lontani, parliamo di una decina di anni fa ormai, il vecchio ma giovane ADC, imbevuto di cultura classica, non aveva un gran rispetto né un grande interesse per la scienza in genere.

Ero un pirla, insomma.

Poi, a un ritrovo di un gioco di carte, ho conosciuto un ragazzo che studiava biologia e ne parlava con un entusiasmo contagioso. Il ragazzo in questione, che poi è il mio amico Luca, mi ha praticamente imposto di leggere questo fantomatico libro che mi avrebbe spiegato il concetto di evoluzione che, evidentemente, non mi era per nulla chiaro. E mi avrebbe anche fatto capire quanto poteva essere figa la scienza.

Tornato a casa ho comprato l’ebook in inglese del libro (perché leggerlo in italiano era troppo poco spocchioso) e ho cominciato, una pagina per volta, a fare a pezzi la mia mente.

"Il Gene Egoista" di Richard Dawkins, mi ha cambiato. Mi ha fatto sentire un imbecille per non aver mai prestato davvero attenzione alle lezioni di scienze a scuola, ha svegliato in me un interesse per la scienza, gli animali, per i meccanismi con cui funziona l’universo, che non sapevo di avere.

Da allora, non mi sono più fermato e la divulgazione scientifica è diventata una parte fondamentale della mia quotidianità. Non so se sarei qui a fare quello che faccio, a essere onesti, se non fosse stato anche, in parte, per questo libro e quello che mi ha insegnato.

E allora oggi vi parlo de Il gene egoista, di Richard Dawkins.

 

CHI È RICHARD DAWKINS

Il professor Richard Dawkins, classe 1941, nato a Nairobi, in Kenya, da una famiglia inglese, fin da ragazzino dimostrò un'irresistibile passione per la complessità della vita.

Studia nelle scuole pubbliche, poi a Oxford. Riceve il suo dottorato di ricerca nel 1966, poi si sposta a Berkeley, milita nel movimento pacifista contro la guerra in Vietnam e poi se ne ritorna a Oxford.

È un intellettuale brillante, una voce precisa e acuta, un uomo dall’intelligenza affilata temprata dallo humour inglese. È anche un noto scettico e promotore del razionalismo e dell’ateismo militante e per questo si è attirato orde di bigotti odiatori che gli augurano di bruciare all’inferno. Lui se la ride.

Ma i suoi meriti accademici e la sua logica irriverenza non sono il motivo per cui la sua figura mi è tanto cara, quanto piuttosto la sua vocazione da insegnante e divulgatore. Dawkins ha fatto della missione di comunicare la meraviglia della scienza la sua vita.

Ed è questo libro ad aver cominciato tutto.

 

COSA C’È NEL LIBRO

Dawkins pubblica “Il gene egoista” nel 1976 con il preciso intento di spiegare la sua visione dell’evoluzione Darwiniana. Dawkins ritiene, e argomenta, che ragionare a livello di specie, di gruppo, ma anche di organismo, sia un errore.

Solo ragionando al livello del gene, della singola unità minima della riproducibilità biologica, si può davvero capire e dare conto del meccanismo che ha portato alla diversità sulla terra, agli esseri umani, agli animali, alle piante.

Per spiegare tutto questo Dawkins adotta una prospettiva unica, mai vista prima: riduce il suo sguardo al punto di vista, se così si può dire, del microscopico gene e ne spiega le scelte e i “ragionamenti”. Descrive gli organismi viventi come veicoli di sopravvivenza per il gene stesso, complesse strutture che servono la volontà di queste unità primordiali. 

Il libro è una gigantesca metafora in cui geni egoisti competono per replicarsi e sopravvivere.

L’apparente volontà e personalità quasi dei geni, ovviamente, non è che un artificio, uno strumento didattico dalla potenza senza pari. Dawkins sfrutta il meccanismo retorico come un maestro, rapisce il lettore e lo trasporta quasi a forza in un viaggio complicato, profondo, che a tratti meraviglia a tratti quasi sconvolge.

Ci sono pagine in cui è necessario fermarsi per riprendere fiato, riordinare le idee, fare il punto della situazione, e poi rituffarsi in apnea nelle profondità del mare che Dawkins ha deciso di svelarci. 

Intendiamoci, questa non è una lettura da spiaggia, è un calderone denso e difficile che vi saprà mettere alla prova. 

Nel libro si spiega tutto il meccanismo dell’evoluzione e della selezione, si introducono concetti fondamentali come il fenotipo esteso, i replicatori, le basi biologiche del concetto di altruismo, e si arriva a teorizzare persino l’evoluzione Darwiniana come un meccanismo che va al di là della biologia.

Dawkins in questo libro immagina per la prima volta una versione non biologica del replicatore, si domanda cosa succederebbe se si applicassero gli stessi meccanismi all’informazione e così, dal nulla, inventa il concetto di meme, che oggi su internet viene tanto abusato.

Sì, davvero. Dawkins con questo libro ha inventato i meme (che poi, al plurale, in italiano, si chiamerebbero memi, ma vabbè), e nel farlo ha creato un’intera disciplina, la memetica.

 

Ora, ci sono mille critiche possibili alla visione di Dawkins, lui stesso negli anni ha raffinato la sua posizione e ci sono anche teorie concorrenti che criticano il ruolo centrale del gene. 

La biologia, come tutte le aree della scienza, non è perfetta ed è in continuo mutamento, e questo libro, in fondo, ha 44 anni.

Normale che, se cercate gli ultimissimi risvolti della biologia evoluzionistica, potete trovare qualcosa di più aggiornato. 

Ma non è per questo che dovreste leggere Il gene egoista.

 

COME È SCRITTO

Dovreste leggerlo perché questo libro, semplicemente, è un capolavoro assoluto della divulgazione.

Ancora di più: dovete leggerlo perché queste idee, presentate in questo modo, se avrete la forza e la pazienza di seguirle, hanno il potere di aggiungere un arsenale di ragionamento alla vostra mente e di cambiare davvero qualcosa dentro di voi.

Questo libro mi ha fatto capire l’incommensurabile potenza del tempo, la scala senza senso in cui “ragiona” l’evoluzione, mi ha allenato a guardare il mondo con occhi differenti.

E io vi garantisco che dopo aver letto questo libro non guarderete mai più al vostro cane, al vostro gatto, al piccione fuori dalla finestra, alla formica nello stesso modo, sarete incapaci di non ammirarne la genialità evolutiva. Vi ritroverete fermi a ragionare, estasiati dalla meraviglia della natura incarnata in esseri tanto diversi.

 

Come è scritto il Gene Egoista? È scritto con un linguaggio piano e semplice, con una concatenazione logica di argomenti, in modo impeccabile. Dawkins ha l’arte e la tecnica del comunicatore.

La mette al servizio però di qualcosa che, purtroppo o per fortuna, non può mai diventare banale. Lo sforzo ci vuole, inutile negarlo.

Ma raramente sono le cose facili e leggere a trasformare le persone.

Se vi interessa la scienza o, a maggior ragione, se non vi interessa la scienza, prendete in mano il Gene Egoista, fate un bel respiro profondo e preparatevi alla battaglia. Fidatevi di me, ne varrà la pena.

 

Una domanda che ho sentito fare spesso suona più o meno così: “leggere fa diventare più intelligenti?”

Io non lo so, se leggere ci renda più intelligenti, ma quando tengo in mano questo libro, faccio fatica a dubitarne.

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