Rispondo alle DOMANDE PERSONALI di Tim Ferris

Qualche tempo fa ho scritto questo articolo su Tribe of Mentors, un bel librone utile e interessante di quel geniaccio che è Tim Ferris.

La premessa del libro è che Tim ha selezionato 11 domande che condensano i suoi decenni di esperienza come intervistatore e ha posto queste domande, sempre uguali, a una tribù di personaggioni di successo, per tirarne fuori delle lezioni di vita, di business e chi più ne ha più ne metta.

 

Bene, siccome questa settimana mi sentivo particolarmente arrogante e volevo al tempo stesso fare un articolo diverso dal solito, qualcosa di più personale e meno didattico, ho pensato di auto-intervistarmi alla Tim Ferris e rispondere io stesso, nel modo più sincero e spontaneo possibile, a quelle stesse 11 domande. Più una dodicesima domanda bonus che scoprirete a fine articolo.

Tutto qui, un’occasione per conoscersi meglio e raccontarvi qualcosa di me oltre a quello che già conoscete sul metodo di studio, apprendimento, divulgazione e tutto il resto.

E allora, in questo articolo, rispondo alle 11 domande personali di Tim Ferris… più una.

 

Visto che lo scopo è quello di conoscerci meglio vi lancio anche addosso così, senza pietà, una call to action, per dirla come gli americani: rispondete anche voi a queste 11 domande, o almeno a un paio di queste, fatemi sapere che cosa ne pensate e vediamo cosa salta fuori, dovrebbe essere interessante.

Via con le domande!

 

DOMANDA 1: Qual è il libro (o libri) che hai regalato di più, e perché? Oppure quali sono i tre libri che hanno influenzato di più la tua vita?

Direi che con quasi 13mila download gratuiti il libro che ho regalato di più è senza dubbio il mio Leggere per Sapere, il manuale di lettura efficace che trovate da scaricare al link che vi lascio qui.

No, a parte gli scherzi, non credo di avere un libro nello specifico che ho regalato più di altri, per cui rispondo alla seconda versione, quella sui tre libri che mi hanno influenzato di più:

Uno senza dubbio è stato il famoso “Why we sleep”, perché dormiamo, di Matthew Walker, che cito sempre e che mi ha riappacificato col sonno e con la sua importanza, spiegandomi scientificamente perché e come prendermene cura.

Uno di narrativa che mi ha influenzato tanto tanto tanto è stato “Il Ciclo delle Fondazioni” di Isaac Asimov, che forse è il mio romanzo (o serie di romanzi) preferito di sempre e quello che ha consolidato il mio amore per la fantascienza.

E poi come terzo ci metto “Il gene egoista” di Richard Dawkins, su cui ho scritto un libroconsiglio, che è il primo libro di divulgazione scientifica che abbia mai letto e che, insieme a tante conversazioni col mio amico Luca, mi ha fatto cambiare idea sulla scienza. Undici anni fa ero un ragazzino innamorato dell’idea classicista delle materie umanistiche, oggi sono un divora-divulgazione invasato con la scienza. Dawkins è sicuramente l’autore che ha contribuito di più a questo cambiamento, tutti i suoi libri sono spettacolari.

 

DOMANDA 2: Quale acquisto sotto i 100 dollari ha impattato positivamente la tua vita negli ultimi 6 mesi?

Sotto i cento dollari… diciamo sotto i cento euro che più o meno è lo stesso, direi le mascherine per il sonno, che costano una decina di euro su Amazon. Negli ultimi anni sono diventato sempre più sensibile alla luce quando dormo e mi svegliavo continuamente all’alba o anche nel cuore della notte se ad esempio arrivava una notifica o uno qualsiasi dei miei dispositivi emetteva qualche lucina colorata.

Poi ne ho parlato con Andrea Muzii che mi ha consigliato le mascherine, ne ho ordinata una e da allora dormo che è una meraviglia. Hanno l’unico difetto che sono di qualità infima per cui mi durano circa un mese e poi si sfaldano, ma ho fatto scorta. Il sonno è importante

 

DOMANDA 3: Come un fallimento (o apparente fallimento) ti ha portato più avanti nel tempo a un più grande successo?

Credo senza dubbio i miei fallimenti all’università. Ho sofferto veramente tanto di quegli anni, quel fuoricorso che si accumulava e tutto il resto, una frustrazione e un senso di colpa mostruosi.

Ma credo che mi siano anche serviti perché è in quegli anni e in quella disperazione che ho cominciato il percorso che mi ha portato adesso a fare un lavoro che adoro e tra l’altro mi dà la consapevolezza e l’esperienza per connettere con tanti studenti in difficoltà. So cosa stanno passando e perché e questo è uno dei motivi, almeno credo, per cui riesco a comunicare con loro e ad essere davvero d’aiuto.

 

DOMANDA 4: Se potessi avere un cartellone gigantesco ovunque con scritto sopra qualunque cosa, che raggiungesse miliardi di persone, cosa ci scriveresti?

Credo che ci scriverei qualcosa del tipo “solo la ragione e la competenza ci salveranno”, forse un po’ pesante e negativa ma è il messaggio di fondo che in realtà da sempre voglio comunicare, anche col mio lavoro.

Ho l’impressione che il mondo, la società siano in un periodo pericoloso in cui l’irrazionalità, il tribalismo, la paura, l’ignoranza dominano e per affrontare le sfide che abbiamo davanti abbiamo bisogno di logica, di studio, di discussione, di ragionamento, non di urla, strepiti e decisioni di pancia.

 

DOMANDA 5: Quale è stato l’investimento (di tempo, soldi, energie) migliore che tu abbia mai fatto?

Senza alcun dubbio la psicoterapia. Ho passato dei momenti difficili nella mia vita e non mi vergogno affatto a dire che la scelta di chiedere aiuto e affidarmi a qualcuno di professionale mi ha veramente cambiato.

Nulla di tutto questo esisterebbe se non avessi fatto quel percorso di terapia, che è durato anni e adesso continua in forma più saltuaria, probabilmente non mi sarei laureato e chissà cosa starei facendo, probabilmente fisserei il muro senza fare nulla dalla mattina alla sera come ho fatto per moltissimo tempo.

Mi ha veramente trasformato, non nel senso che ho cambiato personalità, anzi, mi ha dato gli strumenti per difendere la mia personalità e togliere quel peso che portavo che mi rendeva sempre triste e passivo.

Credo che sia una battaglia importante quella del togliere il pregiudizio, lo stigma sociale sull’affidarsi a psicologi e psichiatri ed è per questo che ne parlo liberamente online, vado fiero di aver preso quella decisione, anche se all’epoca fu “incoraggiata fortemente” da chi mi stava vicino.

Oh, sia chiaro, spesso la terapia è costosa, io ho avuto la fortuna di potermela permettere e tornassi indietro spenderei anche tre volte tanto per quello che mi ha dato, ma ci sono mille modalità, anche offerte dallo stato, per accedere a servizi di quel tipo, per cui informatevi e fregatevene di chi fa le sue risatine sotto i baffi, nessuno ride o sfotte quando si va dal medico di base, dal dentista, dall’ortopedico. Non c’è alcuna differenza con psicologi e psichiatri.

 

DOMANDA 6: Qual è una tua abitudine assurda o una cosa assurda che adori?

Oh, qualcosa di più leggerino, ci sta, dunque: quando ragiono o lavoro o sono concentrato su qualcosa ho la malsana abitudine di masticarmi il collo della maglietta. Se non ho una maglietta, mastico il maglione. Se non ho il maglione, mastico qualunque indumento io stia indossando.

Non ho idea del perché, lo faccio e basta, senza pensare. E ho rovinato e buttato via una quantità di capi di abbigliamento negli anni perché avevano il collo mangiato che metà basta. Che vi devo dire.

 

DOMANDA 7: Negli ultimi 5 anni quale nuova credenza, comportamento o abitudine ha migliorato di più la tua vita?

Bella domanda questa, Tim, grazie mille… senza alcun dubbio il Masterplan, ho cominciato a pianificare le mie settimane proprio 5 anni fa, più o meno, ho cominciato in modo soft, un po’ alla volta e sono arrivato a due anni fa che ho cominciato ad essere incredibilmente preciso, suddivido le mie settimane in blocchi da mezz’ora e ho il controllo di tutto.

Mi rendo conto che possa sembrare estremo ma, semplicemente, funziona. Sono diventato una macchina da guerra di produttività dal pigro svogliato cazzone che ero. Provare per credere.

 

DOMANDA 8: Che consigli daresti a uno studente universitario motivato e sveglio per entrare nel mondo reale? Quale consiglio invece dovrebbe ignorare?

Credo che chiunque esca dall’università oggi debba dimenticarsi dei consigli che valevano 15-20 anni fa tipo “segui il percorso stabilito”, “fai come tutti gli altri”, “cercati un bel lavoro fisso” ecc. Non c’è nulla di male in tutto questo, semplicemente oggi le cose funzionano in maniera diversa e diventa sempre più importante essere versatili, multidisciplinari, abili a imparare in fretta.

E poi le nuove tecnologie, internet in particolare, ci danno la possibilità di creare strade e percorsi di lavoro alternativi, io ne sono un esempio. Non significa che vada bene o che piaccia a tutti eh, ma è bene tenerlo a mente e non auto-ingabbiarsi in un percorso rigido e anacronistico.

 

DOMANDA 9: Quali sono dei cattivi consigli che hai sentito nella tua professione o area di expertise?

Oh, signore, ce ne sono a centinaia. Diciamo che io ho un’area di expertise che è quella dello studio e dell’apprendimento e poi c’è la mia professione, che è il business online con corsi, videocorsi, libri eccetera, quello che in gergo viene definito infobusiness.

Sullo studio i peggiori consigli in assoluto sono quelli che mettono la velocità sopra ogni altro parametro, tipo “prepara gli esami in 4 giorni”, “leggi 2000 parole al minuto”, “passa l’esame più velocemente possibile”, perché mettono i trucchetti e le scorciatoie davanti a tutto il resto, cosa inefficace in primis, rischiosissima in secondo luogo, meglio stare alla larga da quell’atteggiamento e studiare bene, in modo efficiente.

Per quanto riguarda l’infobusiness i consigli sul marketing spietato tipo mentire nella promozione dei propri prodotti, creare dei funnell ingannevoli, vendere a tutti i costi, creare controversie perché “anche la cattiva pubblicità è buona pubblicità” e cose del genere. Io credo che se si prende un approccio etico, di qualità, trasparente, pulito, professionale si costruisce un’attività solida.

Certo, magari ci vuole più tempo e più fatica, ma sul lungo periodo si costruisce una fiducia da parte dei propri clienti che è impagabile e che porta a risultati concreti.

Come al solito, le scorciatoie cialtrone sono scorciatoie cialtrone. Io preferisco la strada maestra.

 

DOMANDA 10: Negli ultimi 5 anni, in cosa sei diventato più bravo a dire no? (distrazioni, inviti, vizi ecc)

Sono sicuramente diventato più bravo a dire di no alle sirene della pigrizia. Sono stato una persona pigra e procrastinatrice per la maggior parte della mia vita, negli ultimi 3 anni ho senza alcun dubbio cambiato marcia, ho cominciato a pianificare ed eseguire senza sosta e senza pietà.

Guardo meno serie tv di una volta, meno film, leggo meno romanzi, ma ne vale la pena.

 

DOMANDA 11: Quando ti senti sopraffatto o fuori focus, che cosa fai?

Dormo. Il sonno per me è la panacea di tutti i mali e la stanchezza è il motivo principale per il quale non sono focalizzato. Anche una power nap di 15 minuti spesso basta a farmi riprendere. Anche l’esercizio fisico aveva un effetto simile, ora ho la spalla distrutta e non riesco più ad allenarmi e la cosa mi manca tantissimo, ma spero di risolvere il prima possibile.

 

Le domande del buon Tim sono finite, ma vi avevo promesso una domanda bonus, speciale, finale, ed eccola qua… è la domanda con cui il mio podcaster preferito di sempre, nonché autore eccezionale, intellettuale, filosofo, neuroscienziato Sam Harris chiude le sue interviste:

La domanda jurassic park: se potessi farlo, faresti tornare in vita il t-rex?

La mia risposta è sì, non ci penserei neanche per un minuto. Va fatto. Cosa potrebbe mai andare storto? 😊

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