Sfruttare la SFIDA e la COMPETIZIONE quando si studia

Se anche tu sei come me, non ti tiri indietro da una bella sfida… e allora sfruttiamo questa cosa a nostro vantaggio!

La passività è uno dei grandi mali nello studio e nell’apprendimento, lo abbiamo detto tante volte, e proprio il concetto di sfida con noi stessi e con gli altri può essere un ottimo strumento per cancellare questa passività e tirare fuori il lato di noi più efficace e competitivo quando studiamo.

Ecco quattro modi per inserire la competizione all’interno del tuo percorso di studio:

 

  • La sfida al libro (o al professore): di questo ne ho anche parlato nel mio manuale di lettura efficace, Leggere per Sapere (trovi il link in fondo all'articolo per scaricarlo). L’idea è molto semplice: quando leggiamo (ma anche quando ascoltiamo qualcosa) non limitiamoci ad aspettare che ci vengano date le informazioni, piuttosto proviamo ad anticiparle, a fare supposizioni e prevedere quello che troveremo scritto o verrà detto. Lo scopo non è quello di aver ragione di per sé, ma proprio quello di creare una gara tra noi stessi e il testo (o chi spiega) per cercare di “azzeccare” le risposte;

 

  • La sfida di gruppo: l lavoro di gruppo può essere una risorsa eccezionale per migliorare nello studio, in particolare nelle fasi di applicazione pratica e ripasso. Aggiungiamoci un elemento in più: possiamo provare a sfidare i nostri compagni con un gioco a punti, dove ci si interroga a vicenda e ognuno guadagna punti per ogni risposta corretta e li perde per ogni risposta sbagliata. Possiamo simulare l’esame e poi correggerlo insieme per vedere chi avrebbe preso il voto più alto, oppure anche improvvisarci professori e spiegare ad altri un argomento specifico per determinare chi sia più abile nell’esposizione. Puoi trovare altre mille idee di questo tipo, l’obiettivo è trovare il modo di trasformare il lavoro di gruppo in un gioco competitivo che ci coinvolga e appassioni;

 

  • La sfida con gli esercizi: la parte pratica è sempre di per sé un momento centrale dello studio. Aggiungendo qualche elemento di gioco e tenendo traccia dei nostri progressi possiamo migliorarla ulteriormente, tirando ancora una volta fuori il concetto di sfida. Quanto tempo ci metti a svolgere quell’esercizio di matematica? O a rispondere a quella domanda? Quante risposte corrette riesci a dare in 15 minuti? Cerca di migliorare continuamente questi e altri parametri proprio come se fosse uno sport competitivo;

 

  • La sfida alle nostre abitudini: cambiare drasticamente e rapidamente è sempre difficile e spesso si rischia di tornare indietro, meglio il progresso incrementale. E allora perché non tenere traccia di questo progresso e trasformarlo anch’esso in una gara? Quante ore hai dedicato allo studio oggi? 15 minuti più di ieri? Ottimo! Quanti esami in questa sessione? E via così, sempre mirando a progredire e ad essere migliori ogni giorno.

 

Di fondamentale importanza non esagerare con la sfida, trasformandola in un’ossessione o ponendosi obiettivi eccessivamente ambiziosi, col rischio poi di viversela male e trasformare quella carica e motivazione che cerchiamo in frustrazione e ansia da prestazione. Sfida sì, impresa titanica irraggiungibile no.

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