Come SOPRAVVIVERE allo STRESS?
Lo studio è pesante? STRESS. Il lavoro ti lascia sfinito? STRESS. Sei preoccupato per il futuro? STRESS. Stai per uscire con una ragazza? STRESS. A scuola sei sommerso di interrogazioni? STRESS.
Stress stress stress, ci siamo capiti: lo stress è la malattia di questo millennio, è quella forza oscura e serpeggiante che si infiltra ovunque ci sia una fatica, un conflitto, una preoccupazione, un’insicurezza, un problema… cioè ovunque.
Ormai essere stressati è diventata la realtà standard della maggioranza di noi, tanto che “eh, sono un po’ stressato”, ha sostituito “tutto bene dai” come risposta più diffusa al classico “we, carissimo, come va?”.
È anche noto a tutti che lo stress può avere conseguenze fisiche, psicologiche, di salute anche gravi e a lungo termine, eppure rimane un argomento davvero poco chiaro…
Che cos’è davvero lo stress? Come funziona? Da dove arriva? Che effetti ha? Come si fa ad affrontarlo?
Il libro di cui vi parlo oggi ha le risposte.
Negli ultimi mesi sto dedicando sempre più attenzione al tema del benessere psicologico anche in preparazione del mio prossimo corso in collaborazione con il Dottor Alessandro Bartoletti, che uscirà a dicembre e che si occuperà proprio delle difficoltà interiori degli studenti.
È proprio il Bartoletti che, parlando di stress in una delle nostre videochiamate, mi ha consigliato questo testo, a detta sua “il miglior libro sullo stress mai scritto”. Senza pormi domande io l’ho ordinato, l’ho letto e… niente, aveva proprio ragione.
“Perché alle zebre non viene l’ulcera?”, di Robert M. Sapolsky, è il mio libroconsiglio.
CHI è ROBERT SAPOLSKY
Prima che me lo chiediate: sì, c’è anche in italiano
Partiamo dall’inizio: Robert Sapolsky è un professore di biologia e neurologia all’università di Stanford nonché ricercatore associato all’Istituto di ricerca sui primati del Museo Nazionale del Kenya.
È autore di libri di divulgazione scientifica acclamati e ha una testa di capelli ricci che neanche il cantante dei Simply Red.
E lo so che voi non sapete chi siano i Simply Red, perché siete degli sbarbati dai gusti musicali discutibili, ma non è questo l’argomento dell’articolo.
Dicevo, Robert è uno che ne sa, questo è certo, il curriculum di pubblicazioni, gli incarichi e i titoli accademici parlano chiaro.
Nel 1994 pubblica la prima edizione di questo libro, la seconda esce nel 98 e l’ultima, sempre più completa e aggiornata, è del 2004.
COME È STRUTTURATO IL LIBRO
Lo scopo del libro è quello di prendere il concetto di stress, sviscerarlo, descriverlo ed esplorarne le ramificazioni, accompagnando il lettore in un viaggio alla scoperta dell’elemento forse più importante della sua vita per quanto riguarda salute e benessere.
Questo libro vuole farvi paura, mostrandovi come lo stress possa letteralmente fare a pezzi la vostra vita in ogni aspetto, ma anche darvi speranza: perché conoscere e capire significa essere in grado di cambiare le cose.
Questo non è un libretto superficiale, sia chiaro. Qui dentro c’è tutto. Tutto quello che vi serve sapere sullo stress e anche di più. Molto di più.
Si parte da cosa sia lo stress e come funzioni, si passa a descriverne gli elementi fisiologici, lo si mette in relazione con tutte le possibili conseguenze negative, si arriva poi a come contrastarlo e gestirlo.
Tutto, come dicevo.
E qui non ce la faccio già più, devo immediatamente togliermi di dosso il mantello dell’oggettività e parlare da lettore: ogni pagina è stata una scoperta, una rivelazione, un “ma certo, ma allora è così che funziona”, un momento eureka costante ed esaltante.
L’ultima volta che, leggendo qualcosa, ho avuto questa sensazione così intensa è stato con “Why we sleep?”, perché dormiamo, di Matthew Walker, che ho letto nel 2018 e che ho definito a più riprese il libro più importante che abbia letto negli ultimi anni.
Ecco, le zebre di Sapolsky, per me, sono almeno alla pari.
CHE COS’È LO STRESS E PRINCIPI VARI
Sono talmente tante le cose che vorrei raccontarvi che non so in che ordine andare, ho deciso di scegliere solo 2 concetti da inserire in questo articolo che mi sembrano fondamentali, il resto lo scoprirete da soli leggendo.
- Come funziona effettivamente lo stress. Robert ci spiega che lo stress, di per sé, è una cosa buona: è la risposta della nostra mente e del nostro corpo a una situazione emergenziale, alla presenza di una crisi di qualche tipo. Ci corre dietro un cane? Lo stress si attiva per rendere più efficiente la gestione dell’energia e dei muscoli per scappare e difenderci. Ci ritroviamo senza cibo e acqua? Lo stress ci rende più resistenti alla fame e alla sete.
Il problema è che gli esseri umani (e pochissimi altri mammiferi), oltre alle crisi fisiche, possono anche sperimentare crisi psicologiche e sociali, eventi stressanti che stanno tutti dentro la nostra testa.
La domanda che si pone Sapolsky è: “quanti ippopotami si preoccupano dell’affitto da pagare a fine mese o dell’esame sa superare?” La risposta è: nessuno, finché l’ippopotamo se ne sta nel suo fiume, ha la pancia piena e nessuno gli rompe le scatole è tranquillo. Zero stress.
L’essere umano no, grazie alla sua intelligenza può creare crisi stressanti e anche laddove non siano presenti fisicamente, può anticiparle, prevederle, preoccuparsene. E se queste crisi sono costanti e mantenute nel tempo, ecco che quella che dovrebbe essere una reazione momentanea di risposta si cronicizza e quelle risposte che erano fondamentali per sopravvivere si rivoltano contro di noi.
Un esempio? Lo stress può accelerare il battito cardiaco, la pressione sanguigna e il ritmo respiratorio. Idea eccellente se dobbiamo combattere con un predatore. Ma se siamo a letto a fissare il soffitto pensando all’esame che sosterremo fra un mese e ci roviniamo il sonno, questo può distruggerci.
Lo stress può fare economia di risorse bloccando alcune funzioni corporali non fondamentali nel qui e ora di una crisi, come la digestione, gli stimoli riproduttivi, l’efficienza del sistema immunitario. E questo va benissimo quando devi risparmiare energie in una carestia, ad esempio.
Ma se ci succede per anni perché al lavoro il capo è uno stronzo o a scuola siamo bombardati di interrogazioni, ecco cominciamo ad avere disturbi alimentari, a perdere la carica sessuale, ad ammalarci più di frequente.
Ovviamente è tutto più complicato di così, ma in sostanza lo stress è questo: una risposta adattiva della mente e del corpo che dovrebbe limitarsi a episodi di crisi sporadici e momentanei e che invece, grazie alla nostra capacità di faci seghe mentali e all’impostazione che abbiamo dato alla nostra società, diventa costante fino a fare più danni del motivo stesso che lo ha scatenato.
E quando lo ho capito, leggendo, mi si è aperto un mondo.
- La seconda idea che vi lascio è il rapporto tra lo stress e la memoria. Ancora una volta, quando lo stress è al suo posto, è sorprendente scoprire che aumenta e potenzia la memoria.
La giusta quantità di stress, al momento giusto, ci permette di ricordare meglio, più a lungo, di essere più attenti e focalizzati, di essere più acuti, con i sensi di un predatore, di performare meglio agli esami.
Ecco perché lo studio dell’ultimo momento, in piena follia ansiogena pre-esame, sembra essere efficace… perché lo è!
Ovviamente lo spacing è migliore per il ricordo a lungo termine, ma di questo abbiamo parlato tante volte.
Ma che succede quando questo stress è troppo intenso e prolungato nel tempo, quando sistematicamente ci ritroviamo a studiare sempre pochi giorni prima dell’esame? Ovviamente, si cronicizza e ancora una volta porta al risultato opposto: la disgregazione del sistema di apprendimento, l’abbassamento delle risorse cognitive, arriviamo addirittura all’incapacità di trasformare ricordi a breve termine in ricordi a lungo termine.
In pratica: studiare stressati porta a non ricordarsi le cose, a non consolidare nulla, a capire meno, a fare più errori, a ragionare più lentamente.
Alla faccia del “prepara tutti gli esami in 7 giorni”.
Basta, non vado oltre perché questo libro non dovete perdervelo perché è pieno di perle di scienza che vi potranno trasformare la vita.
COME È SCRITTO IL LIBRO
Ma come è scritto?
La scrittura di Robert Sapolsky è brillante, sarcastica, spiritosa, acuta, chiarissima, piacevole, piena di esempi e metafore colorite, appassionante, ma è un’altra la sua caratteristica che ho apprezzato di più.
La divulgazione moderna spesso, per appassionare i lettori (o gli spettatori), ha bisogno di semplificare, di comprimere, di spostarsi sulla parte di “tainment” dell’infotainment.
Sapolsky no, lui non ha paura della scienza, non ha paura di farti un capitolo intero sul funzionamento della norepinefrina rilasciata dal sistema nervoso simpatetico. Sapolsky non prende scorciatoie, scende a fondo ed è talmente travolgente che ti ritrovi a leggere di tecnicismi che neanche nei testi universitari.
Sei abituato ai libretti divulgativi da 200 pagine, digeribili per i non addetti ai lavori? A Sapolsky non gliene frega niente e ti martella la testa con 500 pagine dure e pure.
Non scende a compromessi, non scappa dalla complessità, ti molla metaforicamente una sberla, ti fissa dritto negli occhi e ti dice “è ora di scienza”. E tu non puoi che annuire e corrergli dietro, meravigliarti della sua abilità e uscirne grato di aver speso quel tempo.
Perché alle zebre non viene l’ulcera è un libro fondamentale, perché lo stress può rovinarci la vita, può aumentare la nostra probabilità di ammalarci, può portarci alla depressione, può bloccarci nello studio, può farci male a un livello e a una profondità che non ci aspettiamo.
Conoscere lo stress, capirlo, vederne l’importanza e la pericolosità e trattarlo, oserei dire, con rispetto, è qualcosa che ha il potere di farci riscoprire il vero significato della parola “benessere”.
Fossi in voi, non perderei questa occasione.
E grazie sempre al Dott. Alessandro Bartoletti per avermi fatto scoprire questa perla!
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